UA-179494015-1
La storia del vino.
Tra i primi popoli impegnati nella coltivazione della vite ci furono i Sumeri, stanziati in Mesopotamia nella striscia di terra fra il Tigri e l’Eufrate.
2.500 a C. Da alcuni geroglifici egiziani arriva a noi la notizia dell'esistenza di vari tipi di vino. Nell'antico Egitto la pratica della vinificazione era talmente consolidata che nel corredo funebre del re Tutankamon (1339 a.C.) erano incluse delle anfore contenenti vino con riportata la zona di provenienza, l'annata e il produttore.
Dall’antico Egitto, la vite e la pratica della vinificazione si diffusero presso gli Ebrei, gli Arabi e i Greci (che dedicarono al vino una divinità: Dionisio, Dio della convivialità). In Grecia il vino diventò un elemento base della produzione agricola insieme al grano e alle olive.
La colonizzazione ellenica introdusse la viticoltura in tutta l’area del Mediterraneo.
La vite arrivò in Italia, in particolare nei territori dell’attuale Calabria e in Sicilia. Da qui iniziò il suo viaggio verso l'Europa. Si diffuse prima presso i Sabini e poi presso gli Etruschi che stanziati in un’area compresa fra Toscana, Umbria e Lazio, coltivarono le viti maritandole agli alberi e selezionano alcune varietà tipiche quali il Trebbiano e il Sangiovese.
Presso gli antichi Romani il vino aveva un’importanza particolare: i Romani infatti erano a conoscenza delle proprietà battericida del vino e lo portavano nelle loro campagne come bevanda dei legionari. Plutarco racconta che Cesare distribuì vino ai suoi soldati per debellare una malattia che stava decimando l'esercito.
L’avvento del Cristianesimo e il declino dell'Impero Romano, segnarono l'inizio di un periodo buio per il vino. La diffusione dell'Islamismo nel Mediterraneo (tra l'ottocento e il millequattrocento d.C.) vide la messa al bando della viticoltura in tutti i territori occupati. L‘arte della vinificazione non si perse grazie ai monaci che, assieme alle comunità ebraiche, continuarono la viticoltura e produssero vino da usare nei riti religiosi.
Nel Rinascimento il vino ritornò ad essere protagonista. Nel diciassettesimo secolo si affinò l'arte dei bottai, divennero meno costose le bottiglie e si diffusero i tappi di sughero e fu inventato il cavatappi. Tutto questo contribuì alla conservazione e al trasporto del vino e ne favorì il commercio.
Nel gennaio-febbraio 1709 l’Europa fu colpita da una straordinaria ondata gelo che decimò i vigneti in numerose zone della Francia, della Germania e dell’Italia del Nord. Questo portò alla ricerca di varietà più resistenti e produttive. Nel 1716 Cosimo III de’ Medici, Granduca di Toscana, delimitò con un decreto le zone di produzione del Chianti, del Pomino e del Carmignano. Il bando può essere considerato il primo disciplinare di produzione della storia, antesignano delle attuali Denominazioni di origine.
Nel diciannovesimo secolo il vino occupa un’importante posizione nella civiltà occidentale. Si realizzano vini di qualità sempre maggiore e la ricerca scientifica si occupa della realizzazione di prodotti di grande interesse.
Il diciannovesimo secolo vede consolidarsi la distintiva e straordinaria posizione che il vino occupa nella civiltà occidentale. Alla tradizione contadina inizia ad affiancarsi il contributo di illustri studiosi che si adoperano per
Nel 1866 L. Pasteur affermò: "il vino è la più salutare ed igienica di tutte le bevande".